Maestro.

Dino
Rosin
Simone Cenedese at work
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Che cosa ti ha spinto a lavorare il vetro?

Tutto è iniziato quando avevo undici anni, andavo a scuola ma non mi piaceva e stavo lì solo a scaldare il banco, così una volta finita mi sono messo a lavorare in fornace, che come un pò per tutti qua a Murano era di famiglia. Già quando ero più piccolo ero attratto dal fuoco e dal vetro e mi piaceva sperimentare con questo materiale così particolare e nacque in me una forte passione che tuttora ho per il vetro e le sue forme. Ho cominciato a lavorare in fornace come garzonetto inizialmente da Barovier e Toso e successivamente, quando avevo quindici anni, sono andato a lavorare con mio papà e mio fratello. Fin da subito ho capito che questo era quello che volevo fare nella vita.

Maestro.
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Quali sono le tecniche che definiscono il tuo stile?

Quando ho cominciato a lavorare in fornace, mi piaceva sperimentare con questo nuovo materiale e mi sono interessato molto alla creazione di piccoli oggetti. Inizialmente ho imparato a soffiare il vetro, per poi scoprire la mia grande passione per la scultura grazie a mio fratello. Con lui ho imparato la tecnica che ancora utilizzo di più per la realizzazione delle mie opere, il massello. Con questa tecnica mi piace creare nudi e figurativi in cui cerco di esprimermi al massimo per materializzare l’idea che ho in mente.

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Da cosa prendi ispirazione per le tue opere?

Mi piace osservare quello che mi circonda e prendere ispirazione da tutto ciò che vedo e pensare a come posso trasformarlo in un’opera. La mia fonte principale di idee è la natura, con le sue forme uniche e particolari, grazie alla quale realizzo la maggior parte delle mie opere. La cosa che più mi attrae della natura è la sua unicità che cerco di riportare in quello che faccio anche se come in natura, nel vetro, non esiste “il pezzo unico”. È questa la bellezza del vetro e quello che mi affascina maggiormente di questo materiale unico.

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Qual’è il tuo processo creativo?

Per quanto riguarda le mie opere non ho un vero e proprio processo creativo che possa essere definito tale, preferisco creare subito sul momento la mia idea appena ho l’ispirazione, senza fare prima uno schizzo o un disegno preparatorio. Anche mentre dormo penso sempre a nuove idee e progetti che successivamente andrò a realizzare. Anche quando devo lavorare con dei designer non uso un processo creativo, ma realizzo direttamente l’opera che mi viene richiesta. Molto spesso ci sono designer che mettono la loro firma alla opere e non viene dato il giusto riconoscimento ai maestri che le hanno realizzate, è importante quindi essere coautori di ciò che si vuole creare.

Maestro.
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Come vedi il futuro di Murano

Nel corso della storia Murano ha sempre dovuto affrontare molte difficoltà, ma è sempre riuscita a rialzarsi più forte di prima continuando a fare quello che le riesce meglio, il vetro. Da secoli ha attraversato molti periodi di crisi ma anche molti periodi fiorenti per il vetro. Oggi però il mercato di Murano non è più quello di una volta, ormai il mercato è l’estero. Non c’è più purtroppo qui in Italia quell’interesse che prima c’era per il vetro, ormai solo all’estero ci sono clienti e collezionisti più propensi ad acquistare sculture in vetro.

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Come vedi la questione donne/maestri?

Non ci trovo niente di male, anzi, qua a Murano ci sono molte ragazze che lavorano il vetro e sono molto brave e capaci nel gestirlo e creare cose uniche. Anche quando sono andato a lavorare in America ho notato che c’era molto più interesse e forza di volontà da parte delle ragazze che dei ragazzi. Io penso che non importi la forza fisica di una persona, perché la vera forza viene dalla volontà di fare qualcosa e dalla passione che uno ci mette. La forza, non è solo una questione di “pesa troppo” o “non ce la faccio”, se vuoi veramente fare qualcosa, lo fai, senza trovare scuse.

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Se dovessi ricominciare da zero cosa rifaresti per arrivare dove sei ora?

Non ho intrapreso un percorso specifico che mi ha portato qua, tutto quello che ho fatto è frutto della mia passione per il vetro. Durante la mia carriera ho lavorato a fianco di molti artisti e designer importanti come Picasso, ho realizzato decine di opere e ho fatto mostre in tutto il mondo. Ho insegnato anche in America alla Pilchuck Glass School, Urban Glass e l'università di Miami. Sono state queste le esperienze che mi hanno formato e non cambierei nulla di quello che ho fatto.

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Che consiglio daresti a dei ragazzi che vorrebbero lavorare il vetro e magari diventare maestri?

Bisogna sapere che per fare questo lavoro bisogna impegnarsi molto, ma soprattutto bisogna avere una forte passione ed essere molto modesti. Non bisogna mai pensare di essere già arrivati perché non si smetterà mai di imparare, esistono talmente tante tecniche, che ogni opera che si realizza è un’esperienza completamente diversa dalla precedente e ogni giorno si impara sempre qualcosa di diverso. Ovviamente non si devono imparare tutte le tecniche, ma si deve cercare di fare quello che ci sente dentro, bisogna essere capaci di sentire la materia e riuscire a controllarla non solo in base alle proprie conoscenze ma soprattutto in base alle proprie capacità.

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