Maestro.

Davide
Donà
Simone Cenedese at work
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DD
Che cosa ti ha spinto a lavorare il vetro?

Mi sono approcciato al mondo del vetro già quando avevo sei, sette anni. Osservavo mio padre che faceva questo mestiere, lavorava il vetro e lo tirava, vedevo il vetro muoversi e mi ha attratto tantissimo fin da subito. Ne ero talmente ossessionato che, a tredici anni, mi sono posto la domanda, “non è che questa fissazione sia stata troppa?” e quindi ho provato a fare un anno qualcosa di completamente diverso, ho deciso di fare l’alberghiero. Poi però ho capito che il vetro era veramente la mia strada e che era ciò che mi piaceva fare. All’inizio ho iniziato con le riproduzioni di vasi degli anni sessanta, settanta, per poi continuare sempre sul soffiato. Ho provato per un periodo a fare anche la scultura però è un percorso lungo che ho deciso di non intraprendere.

Maestro.
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DD
Quali sono le tecniche che definiscono il tuo stile?

Mi piace moltissimo fare vasi e lampadari. Il lampadario ha delle regole molto fisse, nel senso che l'illuminazione, certi colori e certe grandezze non si possono fare mentre con l'oggettistica puoi fare tutto quello che vuoi. I colori poi sono la mia passione, l'abbinamento del colore è proprio una cosa che mi ha sempre portato via tantissimo tempo specialmente agli inizi. Un tempo avevamo una stanza che era piena di suppi, ossia preparazioni per i colori. Essendo disgrafico non sono portato molto per il disegno quindi seguo molto il mio istinto durante la realizzazione dei pezzi. Amo l'arte in ogni sua forma quindi ho sempre cercato di riprendere quella linea che mi piaceva e portarla nel vetro.

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DD
Da cosa prendi ispirazione per le tue opere?

Mi piace ispirarmi a tutto ciò che mi circonda: la natura, disegni o opere d’arte. Ad esempio di là c'è Burri, una mia idea di vasi che ho realizzato ispirandomi al mare. Vedevo queste increspature, che si formavano sulle onde e ho deciso di riportarle sul vetro. Generalmente, quando realizzo una mia opera preferisco creare qualcosa di mio, senza copiare altri vetrai, perché quando realizzi l'idea di qualcun altro non si riesce mai a ricrearla in pieno, perché ovviamente l’idea è nella sua testa. Mentre se faccio qualcosa di mio lo posso anche modificare in corso d'opera, poi è una soddisfazione maggiore vedere una propria opera completata.

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DD
Qual’è il tuo processo creativo?

Generalmente, quando devo realizzare un lavoro, mi affido molto all’istinto. La mattina arrivo in fornace senza neanche sapere cosa farò, semplicemente man mano che lavoro creo il pezzo e lo modello in corso d’opera. La maggior parte della giornata la passo qua dentro in fornace, inizio alle cinque e mezza di mattina e finisco verso le cinque di sera minimo. La fornace è stata costruita da mio nonno, poi è stata comprata e venduta più volte fino a che nel novantadue l'ha comprata mio papà. Il primo anno non l'ho fatto qui dentro, ma in un'altra fornace e poi sono tornato qua da mio papà.

Maestro.
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DD
Come vedi il futuro di Murano?

Secondo me nei prossimi anni Murano diventerà un mondo quasi più all'americana. Non delle vere e proprie fornaci dove si produce in serie, ma sarà formata da tante piccole realtà, dove il commerciale sparirà e resteranno solo opere d’arte. Inoltre negli ultimi anni siamo in completa emergenza di giovani. Il giovane veneziano punta più a fare il tassista o il gondoliere che non a lavorare in fornace, perché la fornace è sempre stata vista come un ripiego per chi non ha voglia di studiare, invece è una realtà che ti da veramente tante soddisfazioni. Onestamente, preferivo la Murano degli anni novanta, dove si era in tanti, e chi aveva veramente voglia di emergere, emergeva, e anche chi non aveva grandi capacità riusciva comunque a lavorare, magari facendo lavori più semplici, ma riuscendo comunque a portarsi a casa uno stipendio quantomeno per vivere.

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DD
Come vedi la questione donne/maestri?

Secondo me potrebbero essere una grande risorsa per riportare a Murano pezzi che, nel tempo, si sono persi. Adesso, per esempio, c’è una gran mania di realizzare pezzi grandi e pesanti, abbandonando, invece, i calici e tutte quelle lavorazioni particolarmente dettagliate e leggere che le donne potrebbero andare a riprendere. Personalmente non sono fatto per questa tipologia di lavorazione, perché ho poca pazienza. Le donne, invece, tenderebbero a guardare molto di più quelle piccole cose che noi potremmo lasciar perdere. Inoltre una donna che lavora il vetro fa notizia e riporterebbe quella vecchia popolarità che c’era all’interno dell’ambiente muranese.

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DD
Se dovessi ricominciare da zero cosa rifaresti per arrivare dove sei ora?

Probabilmente, siccome quando avevo diciotto anni ho fatto da servente a Pino Signoretto, ho avuto tante opportunità, anche perché c'erano tantissimi stranieri, e molti di loro mi avevano chiesto di andare a lavorare, ma rifiutavo. Magari, con la consapevolezza di adesso, uno o due anni all'estero me li farei. Adesso poi, all’estero, soprattutto in America, i costi sono decisamente ridotti rispetto a Murano. Là, hai la possibilità di fare un pezzo che vuoi e lavorarlo per due o tre ore, senza preoccuparti del mercato. Sarebbe veramente un sogno per me, però qua abbiamo dei costi assurdi e quindi o lavori o fallisci. A Murano il vetro è ancora visto, nella maggior parte dei casi, come lavoro ed è considerato poco arte. All’estero è arte ma non è lavoro. Quella è l'enorme differenza che ci distanzia.

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DD
Che consiglio daresti a dei ragazzi che vorrebbero lavorare il vetro e magari diventare maestri?

Imparate veramente a vivere il vetro a trecentosessanta gradi. Provate, andate a vedere quando fanno le fondite, andate a vedere chi lavora in moleria, andate a vedere tutto. Solo quando vivi pienamente la fornace ti rendi veramente conto della magia che è il vetro, e delle soddisfazioni che questo materiale ti offre. Anche vedere la fusione stessa del vetro è
fondamentale, osservare questa sabbia, che con il passare delle ore comincia a verificarsi e diventare una cosa completamente diversa. Non prendetela troppo sotto gamba perché è veramente un mondo tanto affascinante e rischiate di perderlo se lo guardate con superficialità.

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